Il mercato immobiliare italiano offre diverse opportunità per chi decide di acquistare un immobile, tra cui il cosiddetto “bonus prima casa”, un’agevolazione fiscale pensata per facilitare l’acquisto della prima abitazione.
Ma cosa accade quando si presenta la necessità di trasferirsi e si desidera mettere a reddito l’immobile acquistato con tale bonus?
Il “bonus prima casa” prevede sconti sull’imposta di registro, sull’Iva e sulle imposte ipocatastali al momento dell’acquisto dell’immobile. Per mantenere tali agevolazioni, il contribuente è tenuto a trasferire la propria residenza anagrafica nel Comune dove si trova l’immobile entro 18 mesi dall’acquisto o ad ivi esercitare la propria attività lavorativa.
Tuttavia, non è necessario che la residenza sia fissata nell’unità abitativa beneficiaria delle agevolazioni, ma è sufficiente che sia all’interno dello stesso Comune.
Comprendere appieno le normative relative al “bonus prima casa” e alle sue implicazioni fiscali può aiutare i proprietari a prendere decisioni informate riguardo alla possibilità di affittare il proprio immobile senza incorrere in spiacevoli sorprese dal punto di vista fiscale.
Esaminiamo le condizioni e le conseguenze fiscali legate alla locazione di questi immobili.
Quando posso affittare una casa acquistata con il bonus
La normativa non specifica un periodo minimo di residenza nel Comune in questione dopo i 18 mesi richiesti per il trasferimento.
Ciò significa che, superato tale termine, il proprietario può decidere di affittare l’immobile senza perdere le agevolazioni fiscali del bonus prima casa in due casi specifici: se rimane residente nello stesso Comune dell’immobile o se si trasferisce in un altro Comune dopo i primi 18 mesi dall’acquisto.
Affittare l’appartamento comporta alcune considerazioni fiscali importanti. Sebbene sia possibile mantenere le agevolazioni del bonus prima casa sotto certe condizioni, bisogna fare attenzione alle regole relative all’esenzione Imu e alle detrazioni Irpef sugli interessi passivi del mutuo.
Il cambio di residenza in un altro immobile situato nello stesso Comune comporta la perdita dell’esenzione Imu poiché questa è legata non solo alla residenza anagrafica ma anche alla dimora abituale.
Per quanto riguarda gli interessi passivi derivanti dal mutuo ipotecario per l’acquisto dell’abitazione principale, questi possono essere portati in detrazione solo se l’appartamento costituisce la dimora abituale del contribuente.
In caso di trasferimento per motivi lavorativi in una diversa dimora, quindi, non sarà più possibile beneficiare delle detrazioni Irpef sugli interessi passivi a meno che il trasloco non avvenga proprio per motivati motivi lavorativi.