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2 agosto 1980, punto per punto i segreti di Bologna

Quelle verità sull’attentato del 2 agosto 1980: l’esplosivo, la pista rossa, il caso Muggironi e il corpo svanito nel nulla

Si riaccende il dibattito sulla strage di Bologna avvenuta il 2 agosto 1980. Sono passati 36 anni ma ancora troppe ombre si addensano attorno a questa storia che è parte dei misteri italiani. Un contributo importante in grado di dare un’altra spiegazione di quanto accaduto alla stazione di Bologna, dove 80 persone morirono e 200 rimasero ferite, è fornita dal libro I segreti di Bologna (Edizioni Chiarelettere), di cui abbiamo parlato anche nell’intervista in esclusiva con il coautore Valerio Cutonilli. Punto per punto, ecco cosa non torna nei fatti del 2 agosto 1980.

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Si parla ancora della strage di Bologna – cronacaedossier.it

Primo: l’esplosivo utilizzato a Bologna è risultato un composto artigianale di gelatina molto sensibile, un misto di esplosivo civile e militare, il T4 dallo sconfezionamento di mine. Nel saggio di Cutonilli e dell’ex giudice Rosario Priore (molti non lo sanno: un suo parente perì nell’attentato) si lascia intendere come nel caso in cui si fosse realmente voluta compiere un’efferata strage per uccidere quante più persone possibili, per le caratteristiche specifiche del materiale esploso il 2 agosto 1980, avrebbe avuto più senso utilizzare un pulverulento, cioè un esplosivo più sicuro e meno rischioso del gelatinoso che, solo per fare un esempio, è soggetto ad oscillazioni se inserito in un elevato campo magnetico.

Secondo: Priore e Cutonilli si soffermano su un fatto già accertato dalla Procura di Bologna: la presenza in città del terrorista tedesco Thomas Kram, esperto di esplosivi e militante delle Cellule Rivoluzionarie di Carlos lo Sciacallo. Kram era sospettato di militare nell’eversione rossa già nel 1979, quando la Questura di Perugia lo sottopose a “vigilanza riservata”. Dagli archivi dei servizi segreti dell’Est, è risultato poi che Kram militasse nel gruppo di Carlos già da quel 1979 e che questo fosse legato agli estremisti palestinesi del FPLP. Solo una strana coincidenza?

Terzo: C’è poi la questione del ritrovamento della Polfer sul luogo della strage di passaporto, borsa e documenti personali di Salvatore Muggironi, docente sardo militante nei gruppi dell’estrema sinistra della Barbagia. Già lo scorso anno il sottosegretario di Stato Ivan Scalfarotto ne aveva confermato l’appartenenza. Al dato, va aggiunto che nel gruppo di Muggironi militavano anche Giovanni Paba e Franco Secci: nel 1976 furono arrestati in Olanda per trasporto di armi ed esplosivo su un treno diretto alla stazione di Amsterdam.

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