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Strage di Bologna, ennesimo mistero: manca un cadavere

A quasi 36 anni dalla strage di Bologna spunta l’ennesimo mistero sul caso: nonostante le 85 vittime sarebbero stati recuperati solo 84 corpi

Non è stato solo il più sanguinoso attentato del secondo dopoguerra. I misfatti della strage di Bologna non si sono fermati all’esplosione che ha causato 85 vittime, ma si sono protratti nel tempo, tra grossolani errori nelle indagini e una miriade di depistaggi. Oggi Il Tempo esce con un articolo in prima pagina che porta alla ribalta l’ennesimo scempio della strage di Bologna. Come noto, l’attentato causò ben 85 morti. Eppure, nonostante ciò, sono solo 84 i corpi recuperati dalla macerie.

In realtà l’indiscrezione non è de Il Tempo ma del libro inchiesta I segreti di Bologna, ed. Chiarelettere, scritto dall’avvocato Valerio Cutonilli e dal magistrato Rosario Priore. Gli autori spiegano innanzitutto come sia impossibile che il cadavere sia scomparso: per quanto violenta, l’esplosione non avrebbe potuto cancellare ogni parte del corpo. Ad esempio, come spiega Il Tempo, vennero identificati addirittura gli attentatori di Nassiriya, che si fecero esplodere con tre tonnellate e mezzo di esplosivo militare.

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Strage di Bologna: manca ancora un cadavere – Cronacaedossier.it

Gli autori tuttavia hanno fatto un grande lavoro, quello che non è stato fatto dagli inquirenti. E hanno rintracciato il nome del cadavere mancante: si tratta di una donna, Maria Fresu, 24enne di origini sarde che si era trasferita in Toscana per lavoro. Era in compagnia della figlia di 3 anni e di due amiche, Verdiana Bivona e Silvana Ancillotti: solo quest’ultima si è salvata. Secondo la verità “ufficiale” Maria Fresu si sarebbe trovata proprio sopra la bomba e per questo sarebbe impossibile rintracciare il cadavere; ma come abbiamo visto non è un’ipotesi percorribile. La ricostruzione viene anche smentita dalla perizia medico-legale del dott. Giuseppe Pappalardo, che dimostra che Maria Fresu e le amiche erano dalla parte opposta della sala d’aspetto dove esplose la bomba.

Che fine ha fatto dunque Maria Fresu? Gli autori escludono ovviamente possa essere coinvolta nell’attentato: la donna è certamente una vittima, forse ancora più degli altri. Anzi, potrebbe essere il tassello per risolvere l’intricato puzzle della strage di Bologna. Secondo Cutonilli e Priore si arriva alla conclusione per esclusione: «Nei processi bolognesi è stata esclusa la possibilità che persino i pochi filamenti di un circuito elettrico siano andati persi. Impossibile, quindi, che a sparire per errore sia stato un cranio o un cadavere rimasto in parte integro. La restante spiegazione è che il 2 agosto 1980 qualcuno si sia precipitato a Bologna per inquinare la scena del crimine».

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