Caso Francesca Benetti: pista torinese e attesa per la sentenza
Nel caso Francesca Benetti si infittisce il giallo: dagli elementi che scagionerebbero Antonino Bilella alla sentenza prevista il 17 febbraio prossimo

Sono giorni caldi per la ricostruzione in sede processuale il misterioso mosaico del caso Francesca Benetti, insegnante in pensione di 55 anni e originaria di Valdagno di cui non si hanno più notizie dal 4 novembre 2014. La posizione più delicata è quella di Antonino Bilella, 70enne custode della tenuta toscana nel grossetano dove la Benetti risiedeva; sul suo conto è stata avanzata tempo addietro anche l’ipotesi di una “pista torinese” per spiegare il caso Francesca Benetti, scovando nel passato dell’agricoltore agrigentino un suo possibile coinvolgimento nella morte di un uomo avvenuta a Torino, tempo fa. Alle oltre tremila pagine che compongono il faldone giudiziario del caso Francesca Benetti si è aggiunta già tempo fa un’ulteriore informativa sul caso che, dal Palazzo di viale Monterosa, è giunta alla Procura del capoluogo piemontese.
Qui Bilella ha vissuto a lungo con la famiglia, lavorandovi come autotrasportatore. La lontananza dal suo paese natio, Alessandria della Rocca, ha fatto sì che in pochi ricordassero la sua persona, descritta tranquilla e incapace di compiere atti di violenza o gesti estremi. Giudizi non sufficienti per scagionarlo dalle accuse conferitegli. Molti, invece, i punti a suo sfavore, come il rapporto d’affari che aveva intrattenuto con la vittima piemontese.
All’epoca del decesso di quest’ultimo, risalente a oltre dieci anni fa, il magistrato non ritenne necessario eseguire l’autopsia sul corpo della vittima. La curiosità ha attirato la Procura grossetana, tanto da averla spinta a inviare al Nord i propri atti, di cui al momento non si conoscono i dettagli. Intanto il custode di Villa Adua continua a negare ogni coinvolgimento nel caso Francesca Benetti.

Secondo gli inquirenti ad inchiodarlo sarebbero le tracce di sangue a lui appartenenti, trovate nell’abitazione della vittima. Tracce di sangue della donna sono state poi rinvenute anche sul pianale del bagagliaio dell’auto di proprietà di Bilella, che egli stesso aveva tentato di far sparire in una zona di campagna.
In questi giorni però è in corso il processo per valutare le accuse contro Bilella. Emergono così versioni differenti e stavolta tese a scagionarlo. «Abbiamo prodotto dei documenti ‒ ha asserito l’avvocato Riccardo Lottini, tra i legali di Bilella ‒ che ricostruiscono, secondo la versione del nostro consulente, quello che è successo nella casa. E, rivalutando i dati oggettivi, non è certificata la presenza di Antonino Bilella nella casa, soprattutto nel punto dove ci sarebbe stata, secondo l’accusa, l’aggressione tanto efferata come hanno detto gli stessi consulenti».
Nel dibattito vi sarebbero anche dei tagli alle mani dell’uomo. Come sono stati procurati? Secondo il legale, «se effettivamente avesse avuto dei tagli come mai il suo sangue non è in quella zona?». Prima che la Corte di Assise si ritiri in camera di consiglio per emettere la sentenza l’attesa è tutta per l’imputato nel caso Francesca Benetti, il quale «effettuerà delle dichiarazioni spontanee» ha fatto sapere il suo legale.
di Annalisa Ianne
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